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Intervista Adrian Fartade
La definizione della musica: la musica è una forma d’arte che coinvolge suoni e silenzi organizzati e udibili.
Normalmente è espresso in termini di altezza (che include melodia e armonia), ritmo (che include tempo e metro) e qualità del suono (che include timbro, articolazione, dinamica e consistenza).
La musica può anche coinvolgere forme generative complesse nel tempo attraverso la costruzione di schemi e combinazioni di stimoli naturali, principalmente il suono.
La musica può essere utilizzata per scopi artistici o estetici, comunicativi, di intrattenimento o cerimoniali. La definizione di ciò che costituisce la musica varia a seconda della cultura e del contesto sociale.
I filosofi greci e i teorici medievali definivano la musica come toni ordinati orizzontalmente come melodie e verticalmente come armonie.
Se la pittura può essere vista come una forma d’arte visiva, la musica può essere vista come una forma d’arte uditiva.
La definizione più ampia di musica è suono organizzato.
Ci sono modelli osservabili in ciò che è ampiamente etichettato come musica e, sebbene ci siano comprensibili variazioni culturali, le proprietà della musica sono le proprietà del suono percepito ed elaborato da esseri umani e animali (anche uccelli e insetti fanno musica).
La musica è un suono formulato o organizzato.
Sebbene non possa contenere emozioni, a volte è progettato per manipolare e trasformare l’emozione dell’ascoltatore/ascoltatore.
La musica creata per i film è un buon esempio del suo utilizzo per manipolare le emozioni.
La teoria musicale, all’interno di questo regno, viene studiata presupponendo che la musica sia ordinata e spesso piacevole da ascoltare.
Tuttavia, nel 20° secolo, i compositori hanno sfidato l’idea che la musica dovesse essere piacevole creando musica che esplorasse timbri più aspri e più scuri.
L’esistenza di alcuni generi moderni come il grindcore e la musica noise, che godono di un ampio seguito underground, indica che anche i rumori più crudi possono essere considerati musica se l’ascoltatore è così incline.
Il compositore del 20° secolo John Cage non era d’accordo con l’idea che la musica debba consistere in melodie piacevoli e distinguibili e ha sfidato l’idea che possa comunicare qualsiasi cosa.
Invece, ha sostenuto che tutti i suoni che possiamo sentire possono essere musica, dicendo, ad esempio, “Non c’è rumore, solo suono”.
Secondo il musicologo Jean-Jacques Nattiez:
“Il confine tra musica e rumore è sempre definito culturalmente – il che implica che, anche all’interno di una singola società, questo confine non passa sempre attraverso la stessa posto; in breve, raramente c’è un consenso…
A detta di tutti non esiste un concetto universale unico e interculturale che definisca cosa potrebbe essere la musica.”
Scritto da: Radio DJ
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